venerdì 14 dicembre 2012

l'incognita delle prossime elezioni politiche

Tra conferme e smentite, annunci e rinunce, dopo la sfida Bersani-Renzi in politica sembra delinearsi una prospettiva di esitazioni e vacillamenti: chi ci sarà a destra e quanto e in che modo Mario Monti potrà far parte dello scenario italiano non è ancora dato sapere



Mario Monti sembra essere la vera incognita delle prossime elezioni politiche. SilvioBerlusconi negli ultimi giorni ha attaccatoil Professore, soprattutto in merito allo spread, ma poi l'ha indicato come possibile candidato di una coalizione di moderati - di fatto annettendo al centrodestra il premier dimissionario- nonostante le critiche al suo operato, sollevate da Angelino Alfano.
Berlusconi sette vite? La cosa certa è che a tornare alla ribalta, movimentando una politica che pareva comodamente spalmata sulle primarie del centrosinistra, lui ci prova sempre e comunque. Archiviata la sfidaRenzi-Bersani, il Cavaliere è stato protagonista di un butto-il-sasso-nascondo-la-mano convulso. Una possibile candidatura a premier per le elezioni del 2013? No, mi ritiro avita privata. E poi il ritorno per il bene della patria. Se fossero montagne russe, certo, sarebbero da fiato sospeso. E ovviamente ora tutti lo inseguono, pronunciandosi sulla fattibilità di una ricandidatura del Professore e su un eventuale appoggio (richiesto?) da Arcore.
Le posizioni politiche minano l'equilibrio a ogni voce che venga ascoltata: "Monti non deve candidarsi", ha detto il sempiterno Massimo D'Alema. E c'è chi annuendo pensa al fatto che il Professore tecnicamente non potrebbe candidarsi, poiché senatore a vita. Poi arrivano le dichiarazioni teutoniche dello stesso Monti che chiarisce di fronte alla Merkel: «Io eBerlusconi abbiamo due visioni diverse. Ma poi s'ode il grido dell'Europa tutta -dal Ppe a Hollande - che lo invoca: "Scenda in campo".
E Monti, flemmatico, intervenendo al vertice del Partito popolare europeo a Bruxellesliquida ogni speculazione: "Non è il momento di discuterne, non ho commenti da offrire a questa domanda. Sono impegnato ancora per qualche tempo nella condotta spedita a compimento di ciò che il governo deve ancora compiere. Non sarebbe il luogo per considerazioni del genere". E sposta l'asse sull'Europa: "Qualunque sarà l'esito delle elezioni in Italia ci sarà un governo che si collocherà nella linea tradizionale di un forte appoggio" del Paese "all'avanzamento dell'integrazione europea". Il "qualunque sarà l'esito" resta ad oggi una vacillante e misteriosa prospettiva tanto quanto il protagonista della dichiarazione stessa.
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