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Masaccio
L'arte di passare dal vero al mistico
Il Masaccio è un celebre pittore italiano ed è considerato uno dei padri del Rinascimento. All'anagrafe l'artista è Tommaso di ser Giovanni di Mone Cassai e nasce a Castel San Giovanni di Altura (oggi San Giovanni Valdarno) il 21 dicembre 1401. Come testimonia il Vasari, è attratto dall'arte fin da giovanissimo. All'età di 16 anni si trasferisce a Firenze, dove è in corso una rivoluzione artistica e culturale, grazie soprattutto al lavoro di Brunelleschi e Donatello.
I maestri sono un punto di riferimento per il Masaccio, non solo perché tra loro s'instaura un rapporto di vera amicizia, ma perché resta affascinato e completamente impressionato dalle loro opere, così innovative. La pittura del '400 fino a quel momento, infatti, ha uno stile tardo gotico e Masaccio non si sente per nulla interprete di questa tendenza. Prende spunto dall'arte di Giotto, dalla costruzione prospettica di Brunelleschi, dalla forza plastica di Donatello per creare uno stile suo e rendere i suoi soggetti così reali, da sembrare veri.
Il primo maestro del Masaccio, però, è un artista sconosciuto ma fondamentale per la sua formazione. Si tratta del nonno, specializzato nella realizzazione di cassoni nuziali. La famiglia di Masaccio è abbastanza abbiente, infatti, il padre ser Giovanni di Mone Cassai (il cognome deriva proprio da casse di legno, l'attività del nonno) è un notaio. Purtroppo l'uomo muore a soli 27 anni, mentre la moglie è in attesa del secondo figlio. Dopo qualche anno, Monna Piera de' Bardi (la mamma del Masaccio) si sposa nuovamente con Tedesco di Mastro Feo, un vedovo con due figlie molto ricco.
La sua è una famiglia di artisti. Il fratello Giovanni (chiamato così in onore del papà defunto) diventa un pittore, mentre la sorellastra si sposa con un pittore locale, Mariotto di Cristofano, che vive e lavora a Firenze. Si crede, infatti, che Masaccio scelga di trasferirsi in questa città nel 1418 proprio grazie alla vicinanza del cognato.
Il 7 gennaio 1422, il Masaccio decide di iscriversi all'associazione Arte dei Medici e Speziali (una delle sette arti maggiori delle corporazioni fiorentine). Il primo lavoro attribuibile all'artista è il "Trittico di San Giovenale" del 23 aprile 1422, mentre un paio d'anni più tardi si possono ammirare la "Madonna col Bambino e Sant'Anna", questi lavori testimoniano la collaborazione con Masolino, da cui il Masaccio dovrebbe aver fatto un po' di praticantato. Sempre in questi anni Masaccio e Masolino si occupano insieme del "Trittico Carnesecchi" per la cappella di Paolo Carnesecchi nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Firenze. Purtroppo, di questo lavoro sono rimasti solo "Il San Giuliano" e una tavoletta della predella con "Storie di San Giuliano".
La squadra Masaccio-Masolino (il sodalizio artistico dà frutti importantissimi per l'epoca) ottiene molti successi a Firenze, tanto che nel 1424 sono ingaggiati per la decorazione della Cappella Brancacci. Bisogna attendere il 1425 per avere testimonianza di una bottega del Masaccio. Circa un anno dopo, i Carmelitani di Pisa assegnano al pittore un lavoro molto importante: la realizzazione di un polittico per la cappella del notaio ser Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto nella chiesa di Santa Maria del Carmine.
L'opera è composta da 25 pannelli, che sono stati sparsi in diversi musei. Per ammirare la "Madonna in trono con Bambino" (il pannello centrale) bisogna, oggi, recarsi a Londra alla National Gallery. È un'immagine bellissima e con un punto di vista molto reale e ribassato. La Vergine protegge il suo Bambino mentre sta mangiando un acino d'uva, che dovrebbe simboleggiare la futura Passione. Sempre a Londra, c'è anche la pala di Sant'Anna Metterza (ovvero la "Madonna col Bambino e Sant'Anna").
Al museo Nazionale di Capodimonte di Napoli è ospitata "La Crocifissione". Qui l'evento sacro è estremamente realistico, lo si nota da capo di Cristo abbandonato alla morte. L'opera che maggiormente segna la maturazione di Masaccio, ed è anche l'ultima per importanza, è l'affresco con la Trinità in Santa Maria Novella, realizzata tra il 1426 e il 1428. In questo lavoro si legge l'ispirazione del Brunelleschi: le regole prospettiche qui non sono così rigide. Il Masaccio quindi da artista del vero (inteso come realistico) si trasforma in un interprete del mistico e soprattutto del divino.
Dopo aver trascorso un periodo a Pisa, Masaccio si trasferisce a Roma. Qui muore nell'estate del 1428, giovanissimo. Ha solo 27 anni, proprio come suo padre. Si dice sia stato avvelenato da un suo rivale, ma non c'è prova di questo fatto. Viene sepolto, diversi anni dopo, nel 1443, a Firenze nella chiesa del Carmine.
I maestri sono un punto di riferimento per il Masaccio, non solo perché tra loro s'instaura un rapporto di vera amicizia, ma perché resta affascinato e completamente impressionato dalle loro opere, così innovative. La pittura del '400 fino a quel momento, infatti, ha uno stile tardo gotico e Masaccio non si sente per nulla interprete di questa tendenza. Prende spunto dall'arte di Giotto, dalla costruzione prospettica di Brunelleschi, dalla forza plastica di Donatello per creare uno stile suo e rendere i suoi soggetti così reali, da sembrare veri.
Il primo maestro del Masaccio, però, è un artista sconosciuto ma fondamentale per la sua formazione. Si tratta del nonno, specializzato nella realizzazione di cassoni nuziali. La famiglia di Masaccio è abbastanza abbiente, infatti, il padre ser Giovanni di Mone Cassai (il cognome deriva proprio da casse di legno, l'attività del nonno) è un notaio. Purtroppo l'uomo muore a soli 27 anni, mentre la moglie è in attesa del secondo figlio. Dopo qualche anno, Monna Piera de' Bardi (la mamma del Masaccio) si sposa nuovamente con Tedesco di Mastro Feo, un vedovo con due figlie molto ricco.
La sua è una famiglia di artisti. Il fratello Giovanni (chiamato così in onore del papà defunto) diventa un pittore, mentre la sorellastra si sposa con un pittore locale, Mariotto di Cristofano, che vive e lavora a Firenze. Si crede, infatti, che Masaccio scelga di trasferirsi in questa città nel 1418 proprio grazie alla vicinanza del cognato.
Il 7 gennaio 1422, il Masaccio decide di iscriversi all'associazione Arte dei Medici e Speziali (una delle sette arti maggiori delle corporazioni fiorentine). Il primo lavoro attribuibile all'artista è il "Trittico di San Giovenale" del 23 aprile 1422, mentre un paio d'anni più tardi si possono ammirare la "Madonna col Bambino e Sant'Anna", questi lavori testimoniano la collaborazione con Masolino, da cui il Masaccio dovrebbe aver fatto un po' di praticantato. Sempre in questi anni Masaccio e Masolino si occupano insieme del "Trittico Carnesecchi" per la cappella di Paolo Carnesecchi nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Firenze. Purtroppo, di questo lavoro sono rimasti solo "Il San Giuliano" e una tavoletta della predella con "Storie di San Giuliano".
La squadra Masaccio-Masolino (il sodalizio artistico dà frutti importantissimi per l'epoca) ottiene molti successi a Firenze, tanto che nel 1424 sono ingaggiati per la decorazione della Cappella Brancacci. Bisogna attendere il 1425 per avere testimonianza di una bottega del Masaccio. Circa un anno dopo, i Carmelitani di Pisa assegnano al pittore un lavoro molto importante: la realizzazione di un polittico per la cappella del notaio ser Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto nella chiesa di Santa Maria del Carmine.
L'opera è composta da 25 pannelli, che sono stati sparsi in diversi musei. Per ammirare la "Madonna in trono con Bambino" (il pannello centrale) bisogna, oggi, recarsi a Londra alla National Gallery. È un'immagine bellissima e con un punto di vista molto reale e ribassato. La Vergine protegge il suo Bambino mentre sta mangiando un acino d'uva, che dovrebbe simboleggiare la futura Passione. Sempre a Londra, c'è anche la pala di Sant'Anna Metterza (ovvero la "Madonna col Bambino e Sant'Anna").
Al museo Nazionale di Capodimonte di Napoli è ospitata "La Crocifissione". Qui l'evento sacro è estremamente realistico, lo si nota da capo di Cristo abbandonato alla morte. L'opera che maggiormente segna la maturazione di Masaccio, ed è anche l'ultima per importanza, è l'affresco con la Trinità in Santa Maria Novella, realizzata tra il 1426 e il 1428. In questo lavoro si legge l'ispirazione del Brunelleschi: le regole prospettiche qui non sono così rigide. Il Masaccio quindi da artista del vero (inteso come realistico) si trasforma in un interprete del mistico e soprattutto del divino.
Dopo aver trascorso un periodo a Pisa, Masaccio si trasferisce a Roma. Qui muore nell'estate del 1428, giovanissimo. Ha solo 27 anni, proprio come suo padre. Si dice sia stato avvelenato da un suo rivale, ma non c'è prova di questo fatto. Viene sepolto, diversi anni dopo, nel 1443, a Firenze nella chiesa del Carmine.
ultimo aggiornamento: 24/10/2012
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